Attenzione: non esiste solo l’infarto al cuore. Ecco gli altri tipi e i loro sintomi

Il termine infarto viene spesso associato immediatamente al cuore, ma questa condizione può colpire diversi organi, ciascuno con manifestazioni cliniche e rischi differenti. Capire che non esiste solo l’infarto cardiaco è fondamentale per riconoscere tempestivamente sintomi a volte sottovalutati o confusi con altre patologie.

Che cosa significa “infarto” e perché può colpire diversi organi

L’infarto rappresenta la morte (necrosi) di tessuto in seguito a un’improvvisa interruzione del flusso sanguigno diretto verso un determinato organo o distretto del corpo. Questo fenomeno, alla base, è uguale per tutti i tipi di infarto: avviene quando il sangue non riesce più a raggiungere le cellule, la loro ossigenazione si interrompe e si verificano danni irreversibili.

Il meccanismo dietro l’infarto è generalmente la trombosi (formazione di un coagulo in un vaso), ma può avvenire anche per embolia, dissezione, o compressione da parte di masse o anomalie anatomiche. Anche condizioni come aterosclerosi possono svolgere un ruolo importante nella formazione dei restringimenti che portano alla chiusura del vaso sanguigno.

Principali tipi di infarto: dal cuore al cervello

Se il cuore rimane l’organo più comunemente associato all’infarto, è importante sapere che almeno altri tre sistemi vitali possono essere interessati da questa emergenza: il cervello, i polmoni e l’intestino.

  • Infarto miocardico (del cuore): Si verifica quando il flusso sanguigno coronarico viene bloccato, danneggiando il muscolo cardiaco. Può essere causato da trombosi, embolia, spasmo o dissezione delle arterie coronarie. I tipi di infarto miocardico sono diversi e distinguono tra forme spontanee, secondarie a squilibri di ossigeno, legate a procedure mediche o improvvise.
  • Infarto cerebrale (ictus ischemico): All’origine di questo quadro, anche detto stroke ischemico, vi è una interruzione del flusso sanguigno in un’area del cervello, nella maggior parte dei casi dovuta a trombosi o embolia di una arteria cerebrale. L’effetto è la morte di una parte del tessuto cerebrale con conseguenze neurologiche anche permanenti.
  • Infarto intestinale (o mesenterico): Colpisce l’intestino quando l’afflusso arterioso attraverso il distretto mesenterico viene interrotto da trombosi, embolie o vasocostrizioni. Può assumere una forma acuta, particolarmente grave, e una forma cronica dove la necrosi interessa progressivamente segmenti intestinali.
  • Infarto polmonare: Più raro, insorge in seguito a un embolo (spesso origine venosa) che ostruisce una branca più o meno importante dell’arteria polmonare: il tessuto polmonare resta privo di ossigeno e rischia la necrosi.

I sintomi: riconoscere un infarto oltre il cuore

Il riconoscimento precoce dei segnali di allarme è fondamentale per tutti i tipi di infarto, anche se le manifestazioni cambiano sensibilmente a seconda dell’organo coinvolto. Elenchiamo i principali sintomi in relazione ai diversi tipi di infarto.

Infarto del cuore (miocardico)

I sintomi più noti includono:

  • Dolore toracico, tipicamente oppressivo, irradiato al braccio sinistro, collo, mandibola o schiena;
  • Dispnea (fiato corto);
  • Sudorazione intensa e fredda;
  • Nausea, vomito, malessere generale;
  • Palpitazioni o battiti irregolari;
  • Perdita di coscienza (sincope) nei casi più gravi.

Particolare attenzione va prestata alle forme atipiche, più frequenti in donne e anziani, dove il dolore può essere assente o localizzato all’addome, o manifestarsi con semplice spossatezza e difficoltà respiratoria.

Infarto cerebrale (ictus ischemico)

Diversamente dall’infarto cardiaco, qui i sintomi principali sono di natura neurologica:

  • Debolezza o paralisi improvvisa di metà del corpo (viso, braccio, gamba);
  • Difficoltà nel parlare o comprendere il linguaggio;
  • Perdita della vista parziale o totale improvvisa;
  • Forte mal di testa senza causa apparente;
  • Perdita di equilibrio, coordinazione o vertigine rilevante.

Infarto intestinale

Spesso subdolo, si manifesta tipicamente con:

  • Dolore addominale improvviso e molto intenso, sproporzionato all’esame obiettivo;
  • Nausea e vomito persistenti;
  • Diarrea o, nei casi più avanzati, presenza di sangue nelle feci;
  • Segni di shock in presenza di necrosi intestinale evoluta (abbassamento della pressione, tachicardia, sudorazione fredda).

Infarto polmonare

I sintomi caratteristici includono:

  • Dolore toracico improvviso e acuto, spesso peggiorato dagli atti respiratori profondi;
  • Respiro corto (dispnea) che compare improvvisamente;
  • Tosse talora produttiva di sangue (emottisi);
  • Palpitazioni, tachicardia e sensazione di ansia.

Perché riconoscere un infarto non cardiaco è importante

Molto spesso la parola infarto viene utilizzata come sinonimo di infarto cardiaco, ma non dobbiamo dimenticare che il mancato riconoscimento di un infarto cerebrale o intestinale può essere altrettanto, se non più, pericoloso. Basti pensare che l’ictus ischemico rappresenta una delle maggiori cause di disabilità e morte in Italia e nel mondo.

Inoltre, alcuni sintomi, come dolore toracico atipico, dolore addominale improvviso o perdita rapida delle funzioni neurologiche, devono sempre far pensare alla possibilità di un infarto di organo e indurre a chiedere soccorso immediato.

Prevenzione e fattori di rischio comuni

Molti dei fattori di rischio predisponenti sono comuni ai vari tipi di infarto, a partire da:

  • Ipertensione arteriosa;
  • Colesterolo elevato e dislipidemia;
  • Fumo di sigaretta;
  • Diabete mellito;
  • Sedentarietà e dieta non equilibrata;
  • Età avanzata e familiarità per patologie cardiovascolari;
  • Presenza di patologie autoimmuni o condizioni predisponenti a trombosi.

La prevenzione passa attraverso uno stile di vita sano, il monitoraggio dei principali indicatori di rischio e la gestione tempestiva delle malattie croniche. La consapevolezza che anche altri organi vitali possono essere colpiti da eventi ischemici mortali o altamente invalidanti aiuta a non trascurare sintomi che potrebbero rappresentare un campanello d’allarme.

L’educazione sanitaria e una diagnosi precoce sono le armi più efficaci per ridurre la mortalità e la disabilità conseguente agli infarti, siano essi cardiaci, cerebrali, intestinali o polmonari. In presenza di segnali sospetti, agire tempestivamente può salvare la vita.

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