Con l’approssimarsi del 2025, molti lavoratori e aziende stanno monitorando con attenzione le novità che riguardano la soglia di esenzione fiscale dei buoni pasto. Questo elemento rappresenta uno snodo centrale nella determinazione dello stipendio netto e nella strategia di welfare dell’impresa. Le recenti conferme normative stabiliscono limiti distinti per buoni cartacei ed elettronici, con importanti ricadute sulla busta paga e sulla pianificazione fiscale sia per i lavoratori sia per i datori di lavoro.
Le nuove soglie di esenzione fiscale nel 2025
Sono confermati per l’anno 2025 i due distinti limiti di esenzione applicabili ai buoni pasto:
- 8 euro al giorno per ogni buono pasto elettronico o digitale;
- 4 euro al giorno se invece si tratta di buoni pasto cartacei.
Questi massimali rappresentano la quota fino alla quale il valore del buono non concorre a formare il reddito da lavoro dipendente, risultando quindi esente sia da imposte che da contributi. Ad esempio, un buono pasto digitale del valore di 8 euro al giorno è totalmente netto e non viene né tassato né contribuito, offrendo così un vantaggio interessante al dipendente, rispetto ad altre forme di integrazione dell’indennità di mensa.
Gli importi annui, se pienamente utilizzati, raggiungono 1.760 euro per i buoni elettronici e 880 euro per quelli cartacei completamente detassati.
Cosa succede superando la soglia?
Il funzionamento fiscale del buono pasto prevede regole precise oltre le soglie di esenzione:
- Se il valore del buono pasto supera il massimale giornaliero (8 euro per digitale, 4 euro per cartaceo), solo la quota eccedente viene considerata a tutti gli effetti reddito imponibile per il dipendente e va quindi tassata e contribuita secondo i normali scaglioni della busta paga.
- La quota eccedente finirà in busta paga come componente del reddito, subendo le stesse trattenute fiscali e previdenziali di una normale voce di stipendio.
Ad esempio: un ticket elettronico da 10 euro comporterà 2 euro importanti ai fini fiscali e contributivi, mentre gli 8 euro rimarranno esenti.
Per chi riceve buoni pasto esclusivamente nell’ambito delle soglie di esenzione non vi saranno variazioni in busta paga, mentre chi supererà tali limiti potrà vedere ridotto l’effettivo vantaggio fiscale di questo benefit.
Effetti sullo stipendio: vantaggi e casi pratici
Uno degli aspetti più significativi delle soglie di esenzione riguarda la differenza tra il beneficio derivante dai buoni pasto e quello riconducibile a una semplice indennità in busta paga:
- I buoni pasto elettronici nei limiti di 8 euro al giorno sono integralmente netti e non incidono né sulle aliquote fiscali né sui contributi previdenziali per il lavoratore. Sono quindi più vantaggiosi rispetto a una contestuale maggiorazione dello stipendio lordo di pari importo, che subirebbe invece tutte le trattenute.
- Se l’azienda ricorre a buoni pasto dal valore superiore alla soglia, la parte eccedente perde il vantaggio fiscale e viene quindi tassata, riducendo significativamente l’importo netto che arriva in tasca al dipendente.
L’utilizzo dei buoni pasto digitali agevola la gestione interna, la tracciabilità e la conservazione del documento, oltre a sostenere lo scopo di incentivare scelte alimentari equilibrate e pause pranzo più serene. Le aziende ottengono anche un vantaggio grazie all’integrale deducibilità del costo e alla possibilità di detrarre l’IVA del 4% applicata dalla società emettitrice dei buoni.
Va infine ribadito che i buoni pasto non sono cedibili, cumulabili oltre 8 al giorno né convertibili in denaro: si tratta di un benefit strettamente destinato all’acquisto di alimenti o pasti, inclusi i prodotti alimentari pronti per il consumo.
Implicazioni normative e best practice aziendali
I limiti di esenzione fiscale dedicati ai buoni digitali nascono dalla volontà di spingere imprese e lavoratori verso soluzioni più tracciabili e sicure. Questa distinzione è allineata ai trend europei e risponde anche a esigenze di trasparenza e lotta contro pratiche elusive. La differenza tra buono cartaceo e digitale è ormai evidente sia dal punto di vista pratico che fiscale, con una chiara preferenza normativa per il secondo formato.
Per le aziende, la corretta impostazione della politica di welfare deve quindi tenere conto dei massimali vigenti, valutando attentamente:
- il numero di buoni concessi al mese;
- il loro valore unitario;
- la preferenza per il formato elettronico su quello cartaceo;
- la necessità di restare entro le soglie per garantire il vantaggio fiscale massimo a dipendenti e azienda.
I consulenti del lavoro sottolineano che la comunicazione interna è fondamentale: è bene informare puntualmente i collaboratori sulle soglie e sugli effetti che il superamento può avere sul salario netto.
Focus: l’evoluzione storica e il contesto europeo
Le recenti conferme normative non rappresentano una rivoluzione ma la cristallizzazione di una tendenza. Dal 2020 in poi, la legislazione italiana ha progressivamente aumentato i limiti per i buoni digitali rispetto a quelli cartacei, adeguandosi così alle misure welfare aziendale europee che puntano su strumenti di pagamento elettronici più trasparenti e sicuri. Questa tendenza rafforza il ruolo dei programmi di benefit aziendale nella promozione del benessere dei lavoratori e del clima interno delle imprese.
Le soglie restano uno strumento duttile per orientare le scelte collettive verso un maggiore utilizzo di soluzioni digitali, migliorando la tracciabilità e la lotta all’evasione fiscale.
Prospettive future e considerazioni operative
In assenza di specifiche modifiche all’orizzonte, è lecito attendersi che la distinzione tra soglia digitale e cartacea resti al centro della disciplina per l’anno in corso e almeno per tutto il 2025. Eventuali cambi normativi in futuro potranno ridefinire i massimali e i vantaggi; resta dunque cruciale seguire gli aggiornamenti legislativi in materia e adattare tempestivamente le policy aziendali di welfare affinché il beneficio rimanga davvero “netto” per tutti gli attori in gioco.
Le aziende che intendano valorizzare i buoni pasto nel quadro delle nuove soglie devono inoltre prevedere una formazione adeguata del personale, sistemi di controllo delle erogazioni, e una stretta collaborazione con i fornitori di servizi digitali per mantenere conformità e vantaggi fiscali nel tempo.
In definitiva, il mantenimento delle soglie di esenzione per i buoni pasto anche nel 2025 testimonia la centralità di questo benefit e delle sue regole per l’equilibrio tra benessere dei lavoratori e sostenibilità fiscale aziendale.